L’eiaculazione precoce può essere ereditaria?

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Secondo recenti studi di settore, l’eiaculazione precoce potrebbe avere fattori ereditari e potrebbe essere sostenuta dal difetto di un gene. Fino al momento si è pensato potesse derivare principalmente da un fattore psicologico o da problemi di infiammazione o altro tipo all’uretra, ma evidentemente le cose non sono come sempre appaiono.

Se sul fronte delle difficoltà erettive al momento sono stati ottenuti ottimi rimedi farmacologici che riescono a curare alla base la problematica e a risolverla, l’eiaculazione precoce rimane ancora una disfunzione diffusa che affievolisce l’intimità di coppia.

Si stima che attualmente sia il 20-30% degli uomini ad avere questo problema ed è a ragion veduta considerato il più frequente problema di tipo sessuale negli uomini.

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Analizzando la questione dal punto di vista neurofisiologico, l’eiaculazione può essere suddivisa in tre fasi diverse: l’emissione, le contrazioni e quella espulsiva vera e propria.
Con la prima fase dell’emissione si contraggono le fasce muscolari lisce che spingono gli spermatozoi verso l’uretra prostatica.
Successivamente, nella seconda fase, si hanno delle contrazioni che interessano più che altro l’uretra e spremono le secrezioni per evitare che ricadano indietro verso la vescica.

Infine si ha l’eiaculazione con il verificarsi di contrazioni ritmiche.

Dunque recenti studi sembrano dimostrare che queste fasi possano essere strettamente legate a un gene che se ereditato in modo alterato, può causare di fatto il problema dell’eiaculazione precoce. Studiando il meccanismo che regola la funzione e il gene in questione, si potrebbe arrivare con il tempo alla formulazione di un nuovo farmaco in grado di risolvere il problema o perlomeno di allungare i tempi di eiaculazione.

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L’eiaculazione precoce e gli ultimi studi

Per anni si è pensato che l’eiaculazione precoce fosse legata soprattutto a problemi psicologici quali l’incapacità di rilassarsi e lasciarsi andare con la partner. Tuttavia alcuni studi hanno dimostrato che potrebbe esserci molto altro dietro questa disfunzione.

Le stime calcolate dalla Società Italiana di Andrologia mettono nero su bianco il fatto che in Italia sono circa 4 milioni di uomini che soffrono di eiaculazione precoce, fra un’età compresa fra i 18 e i 70 anni.
Recenti studi però hanno portato a riconsiderare il fatto che questa disfunzione possa avere un carattere ereditario. Potrebbe infatti trattarsi di un’anomalia genetica causata dal gene che ha il potere di controllare il rilascio della dopamina. La dopamina è un neurotrasmettitore che svolge un ruolo fondamentale all’interno del cervello.

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Lo studio scientifico che dimostra il legame fra eiaculazione precoce e ereditarietà

Lo studio in questione è stato condotto in Finlandia. È stato preso a campione un numero di 1300 uomini con età compresa fra i 18 e i 45 anni e gli è stata chiesta la loro durata durante un rapporto sessuale. Inoltre è stato prelevato un campione di saliva da ciascuno di loro per verificare se fosse presente o meno un difetto nel gene responsabile del trasporto della dopamina.
Mettendo a confronto i dati si è compreso che chi aveva un gene modificato, era più predisposto a soffrire di eiaculazione precoce rispetto a chi non aveva alcun tipo di anomalia.
Gli scienziati che hanno condotto lo studio hanno sottolineato i fatto che i farmaci adoperati per regolare i livelli di dopamina, possono dunque essere utili per risolvere il problema dell’eiaculazione precoce.

Un nuovo farmaco?

Con i dati ricavati da questo studio scientifico è ipotizzabile pensare che si stia provando a produrre un nuovo farmaco per risolvere il problema dell’eiaculazione precoce. Dato che non è possibile risolvere il problema alla base ovvero modificare i geni difettosi, si può produrre un farmaco che possa contrastare la loro azione fallace. I tempi probabilmente saranno ancora lunghi ma è pur sempre un primo passo verso qualcosa che potrebbe definitivamente cambiare la vita sessuale a tante persone che soffrono di eiaculazione precoce.

Fino al momento i problemi di eiaculazione venivano suddivisi principalmente in due grandi categorie: quelli dovuti all’ippereccitabilità e quelli causati da un deficit di espulsione. Quelli causati dall’ipereccitabilità sono quelli più comuni e le disfunzioni eiaculatorie ne sono un classico esempio. Possono essere provocate da una eccessiva stimolazione al livello cerebrale, da stimoli patologici legati a infiammazioni o lesioni dell’uretra o causate da una minore inibizione regolata dal sistema nervoso centrale.

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I problemi invece legati al deficit di espulsione possono avere un’origine congenita come l’assenza delle vescicole seminali oppure dipendere da farmaci o da problemi di tipo ormonale.
In tutti questi casi si possono mettere in atto delle pratiche per rinforzare il pavimento pelvico e riuscire ad avere un maggior controllo sulla propria eiaculazione, ma si riesce magari ad aumentare la durata di un massimo di cinque minuti.

Il problema rimane e si auspica che a breve possa essere formulata una cura farmacologica specifica per risolvere in via definitiva un disturbo che se si protrae può minare alle basi un rapporto anche consolidato.

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